Piazza Busacca
Entrando a Scicli, venendo da Modica, il primo spazio pubblico che si incontra è Piazza Busacca. Uno spazio rettangolare dominato dal monumento in marmo di Pietro Di Lorenzo Busacca, ricco mercante nato e vissuto a Scicli fino al 1540 che alla sua morte destina le proprie ingenti fortune all’assistenza ed alla beneficenza.
La piazza è delimitata dal complesso del Carmine, che ne costituisce il limite occidentale, dalla Maestranza Nuova (via Nazionale), che la delimita a Oriente, dal Palazzo Busacca, costruito grazie alle rendite dell’eredità del benefattore Busacca, che la chiude a Sud e da una nuova costruzione che va sostituire nel periodo postbellico a Nord uno dei palazzi barocchi più grandi e festosi della città, Palazzo Di Lorenzo, di cui resta visibile poco più a monte un pilone angolare decorato con varie grottesche.
La costruzione della piazza, così come si presenta attualmente, risale all’ottocento.
Piazza Italia
Situata nella parte centrale dell’impianto storico – urbanistico della città, Piazza Italia, creata nello spazio ricavato dalla copertura del torrente di San Bartolomeo, costituisce l’area pubblica più grande della città e lo snodo urbanistico centrale di diverse arterie urbane come via Nazionale, Maestranza Vecchia, S. Bartolomeo, S. Giuseppe e Corso Garibaldi.
Sulla piazza prospettano numerose testimonianze architettoniche civili e religiose risalenti al secolo XVIII e XX.
Scendendo da via Nazionale troviamo a destra la chiesa del Collegio dei Gesuiti (S. Ignazio), l’edificio moderno, ispirato alle architetture di Oscar Niemeyer, costruito sopra il demolito collegio gesuitico e attualmente adibito a Scuola Media, seguendo la copertura del torrente, prosegue con Largo Gramsci su cui si trova il Teatro Italia, a nord troviamo palazzo Mormina Penna e palazzo Fava mentre a sinistra, scendendo da via Nazionale, palazzo Iacono.
Storicamente la costruzione della piazza, chiamata prima piazza Fontana e poi piazza Maria Josè, risale all’Ottocento e l’ampliamento, nell’attuale forma, con il nome di piazza Italia, nella prima metà del novecento.
Piazza Municipio
E’ lo slargo appositamente costruito intorno alla fine dell’Ottocento, sulla demolita settecentesca Chiesa di S. Maria La Piazza, per collegare la vecchia via Maestranza, attuale via Nazionale, con l’ex Monastero di S. Giovanni anch’esso demolito per far posto al Palazzo del Municipio.
Dal punto di vista urbanistico, lo sventramento della Chiesa di S. Maria La Piazza, oltre a consentire il collegamento urbano dell’antica Maestranza, caratterizzata da uno dei gioielli capolavoro dell’architettura tardo barocca “Palazzo Beneventano”, con il nuovo impianto urbanistico della via dedicata all’intellettuale Mazziniano sciclitano Francesco Mormino Penna, costituisce, per la viabilità cittadina, un punto di snodo strategico e sicuramente importante perché collega il centro storico con l’asse viario esterno rappresentato dal Corso Umberto I°.
Questo snodo, a cui si prospettano il Palazzo Municipio e la Chiesa di S. Giovanni, si presenta, nel suo insieme, un vero gioiello architettonico per il caratteristico pavimento, tutto in basole di pietra calcarea locale, per le numerose costruzioni civili e religiosi edificate tra il XVII ed il XIX secolo, anch’esse in pietra locale dal colore ambrato, che si trovano ai lati della via per farne con essa un tutt’uno indivisibile. La visione suggestiva dell’impianto scenografico della via, unico e ben strutturato, fu elevato nel 2002 a bene dell’umanità ed iscritto dall’UNESCO nella World List tra le città tardo barocche del Val di Noto.
Storicamente la sistemazione dello snodo della via Maestranza fu approvato nel 1862. Nel giugno del 1882, ancor prima della demolizione della Chiesa di S. Maria La Piazza, fu deliberato dal Comune l’utilizzo dello slargo per la costruzione di un busto di marmo dedicato all’eroe risorgimentale Giuseppe Garibaldi e di nominare lo spazio stesso “Piazza Garibaldi”. La demolizione della Chiesa di S. Maria La Piazza fu approvata dal Consiglio Comunale nell’anno 1883 e, successivamente, nel 1885 fu deliberato l’abbandono del progetto di costruzione del monumento a Garibaldi e una più decorosa sistemazione della Piazza. Tra l’altro fu deliberato di costruire un monumento a mezzo busto dedicato a Vincenzo Miccichè. Nel 1895 il mezzobusto bronzeo di Vincenzo Miccichè, posto su una elegante colonna, fu sistemato al centro della piazza. Da quel momento lo slargo prenderà il nome di “Piazza Miccichè”. Nel 1928, su decisione del Consiglio Comunale, fu approvata la costruzione di un palco musicale in pietra e ferro battuto da collocare proprio dove era stato eretto il monumento a Miccichè. Negli anni ’60 il palco fu demolito e, al suo posto, fu costruita una vasca con spruzzo d’acqua. Nel 1994, con il parziale recupero delle originali strutture degli anni venti, viene nuovamente ripristinato il palco musicale, utilizzando gli stessi materiali a suo tempo rimossi e conservati nei magazzini comunali.
Attualmente la Piazza Municipio rappresenta l’ingresso della via Francesco Mormino Penna.
Via Francesco Mormino Penna
Una via simbolo per la sua posizione centrale nell’impianto urbanistico tardo medievale della città, per l’esuberanza architettonica dei suoi monumenti civili e religiosi, in stile tardo barocco, sorti, dopo il terremoto del 1693, tra il settecento e l’ottocento, per l’iscrizione nel giugno del 2002 nella World Heritage List o Patrimonio Mondiale dello Unesco, per aver prestato la sua esuberante immagine scenografica alle numerose fiction del Commissario Montalbano.
Luogo simbolo anche per la gioventù locale che la sera si muove tra i locali pubblici situati lungo la via (pub, creperie, pizzerie e caffè), e per i turisti che, dopo la calura pomeridiana, si muovono tra i numerosi monumenti, musei, gallerie, caffè letterario, negozi di ceramica, di prodotti tipici artigianali e di souvenir.
Storicamente la via, denominata anticamente corso S. Michele, era strozzata nella parte nord dalle mura della Chiesa di Santa Maria La Piazza che, nell’ottocento, fu demolita per consentire la costruzione della via Nazionale. Altri due edifici, la chiesa dell’Ospedale ed il Monastero di S. Giovanni, furono anch’essi demoliti per la costruzione del Palazzo del Municipio (1906) e dell’attuale piazzetta del municipio punto di collegamento tra via Francesco Mormino Penna e via Nazionale.
L’attuale forma si presenta aperta e stilisticamente importante per la sua forma scenografica che partendo dalla piazza neo rinascimentale di fronte al palazzo del municipio si snoda in leggera pendenza fino alla sua congiunzione con corso Umberto I.