E’ uno dei piatti rustici della tradizione iblea utilizzato dalle famiglie come pietanza tipica pasquale.
Si tratta di una piccola focaccia di pasta croccante riempita da un impasto di carne macinata di vitello, maiale e interiora di agnello, unita a formaggio caciocavallo grattugiato fresco, pangrattato, prezzemolo, succo di limone, uova, olio extra vergine di oliva, sale, aglio e cipolla e infornata a forno caldo.
La sua forma richiama le ‘mpanate ragusane ma diversamente da queste sono aperte nella parte superiore e di dimensioni molto più piccole.
La tradizione vuole che questo piatto venisse consumato il Sabato Santo vigilia di Pasqua e, per la facilità di realizzazione e di trasporto, durante la gita fuori porta della Pasquetta.
Si tratta di una ricetta molto antica che risente sia dei popoli che hanno colonizzato il territorio (arabi, normanni, spagnoli, greci, ebrei, ecc.) sia dei prodotti agricoli e di allevamento tipici del territorio e delle tradizioni del mondo contadino ibleo.
La povertà delle famiglie quando i salari erano molto bassi costringeva la massaia per sostenere l’alimentazione di genitori e figli, anticamente molto numerosi, con piatti molto poveri ma molto gustosi ed originali sia per fattura che per estrosità.
Dal territorio, dalla sua economia e dalla sua condizione sociale è nata la cucina iblea fatta di prodotti coltivati in loco, della terra e del mare, cucinati con maestria e gusto.