Salendo da Palazzo Beneventano, sede della antica “Mastranza Vecchia”, lungo la scalinata che si inerpica verso l’antico abitato di Scicli, in corrispondenza del tornante che porta a San Matteo, si trovano, ormai diroccati, i resti delle mura di una delle sette porte di accesso alla città, la cosiddetta Porta dello Steri, che poi prese il nome di Porta Santa Lucia. Da qui salendo ancora si arriva ad un bivio: una strada prosegue per San Matteo, l’altra, con gradini interamente scavati nella roccia viva, prosegue verso la Chiesa di Santa Lucia.
La Chiesa di Santa Lucia, fondata nel XVII secolo, è quasi interamente scavata nella roccia viva ed è situata sopra il ciglio della via rupestre che apre sul ripido declivio che guarda la vallata sottostante dove campeggia imponente il santuario di Santa Maria La Nova. Il suo impianto urbanistico la vede collocata sotto una delle torri dell’antico castello Triquetro o dei tre Cantoni. A lato del monumento vi si trova tutto un complesso di tombe e di abitazioni bizantine.
Davanti la grotta è stato costruito un artistico prospetto caratterizzato da un portale d’ingresso, con sopra una finestra rettangolare, e da un campanile a lato.
All’interno vi è custodito un dipinto raffigurante la Vergine martire siracusana.
Il santuario annualmente, in occasione della festa di Santa Lucia, è meta di pellegrinaggio da parte della popolazione di Scicli.