Salendo dalla Chiesa di San Giuseppe, lungo il sentiero pieno di alberi che porta al Convento della Croce, si trova la Chiesa del Calvario, in dialetto “u Cravaniu”, una delle più antiche chiese di Scicli interamente scavata nella roccia in una delle grotte che si trovano sulla collina del monte Calvario. Da qui, attraverso una antica larga scalinata interamente costruita sulla roccia si può arrivare sul pianerottolo che porta al complesso conventuale di Santa Maria della Croce.
Il piccolo sacrato in terra battuta che si trova davanti la Chiesa veniva utilizzato anticamente dai cittadini penitenti per depositare la pietra che, durante il periodo della Settimana Santa, era usanza portare a spalla lungo i tortuosi viottoli della collina prima di arrivare alla Chiesa.
La Chiesa si presenta con una facciata di forma rettangolare, abbastanza semplice con al centro una porta ad arco e due finestrelle, sormontata da un esile e caratteristico campanile a vela. Architettonicamente l’interno risulta formato da una sala di forma rettangolare con tetto a botte e, nella parte finale, da un presbiterio rialzato su cui è collocato un paliotto d’altare sormontato da una nicchia scavata sulla roccia. Due grotte, una piccola contraddistinta da diverse piccole nicchie utilizzate come lucerne e una più grande che serve come sacrestia, completano la Chiesa.
Da ammirare sul paliotto l’altorilievo, in fine stucco, raffigurante la Madonna che tiene sulle gambe il Cristo Morto e la Maddalena inginocchiata; il Cristo morto collocato sulla nicchia sopra l’altare; un piccolo lavabo sorretto da un’enorme mano e un sepolcro, scolpito in pietra viva, che è collocato all’interno della sacrestia.
Storicamente la sua costruzione viene fatta risalire da qualche studioso al periodo bizantino. Durante il terremoto del 1693 la Chiesa rimase indenne e fu utilizzata per un certo periodo come Chiesa Madre. Qui vi furono portati gli Oli Santi che furono estratti sotto le rovine della Chiesa di San Matteo.