Urbanisticamente il monumento, collocato sotto la Chiesa di San Matteo sul lato del versante della cava di Santa Maria La Nova, fa parte di quel contesto rupestre rappresentato dalla città medievale collocata sul colle di San Matteo.
Da qui la popolazione, tra la seconda metà del XIV secolo e per tutto il XVI, gradualmente ed in modo costante s’è spostata a valle sia per la necessità di trovare nuovi spazi abitativi, sia per la facilità dell’approvvigionamento idrico, le cui sorgenti si trovavano nella pianura sottostante, e, non ultimo, per dare maggiore stabilità alle costruzioni dopo il terribile terremoto del 1693.
Secondo il Pacetto (G. Pacetto, “Memorie Istoriche Civili ed Ecclesiastiche della Città di Scicli” ) sottostante la Chiesa settecentesca vi si trova una Catacombe incavata nella roccia come è riscontrabile dal passaggio gratinato che fa comunicare la Cripta, posta tra l’abside e la parete di fondo, con la Catacombe.
Architettonicamente la Chiesa si presenta con un vano centrale ed un’abside sul fondo. Parecchi, sebbene rovinati dai segni del tempo e dall’incuria dell’uomo, sono i segni degli affreschi, intagli e cornici che anticamente dovevano arricchire le pareti del monumento e l’ingresso laterale.
Con il terremoto del 1693 si verificò il crollo del costone roccioso su cui era scavata la chiesa rupestre e da qui la necessità di ricostruirla in un luogo più sicuro al di sopra della antica Chiesa con ricchezza di intagli sia all’interno, con aula a forma rettangolare, che nel prospetto, leggermente convesso a due ordini. La nuova chiesa fu completata nel 1747 come risulta dall’incisione su un concio del prospetto.
La Chiesa fu adibita al culto fino al 1820.