A parte il paesaggio, le architetture barocche ed il commissario Montalbano la città di Scicli, dal 4 maggio 2012, data di riconoscimento del presidio Slow Food, viene anche identificata per la sua tipicità alimentare del Fagiolo “Casola Casaruciara”.
Un legume, dal caratteristico colore bianco – panna, con piccole screziature marroni intorno all’ilo e dalla buccia sottile. In gastronomia viene utilizzato in molte ricette tipiche della tradizione locale per il suo sapore delicato, per la facile digeribilità e per la ricchezza di proteine, fibre e vitamine. Proprio per la ricchezza dei minerali e per la delicatezza del gusto viene denominato “Casaruciaru” (cosa dolce).
La coltivazione del fagiolo “Casaruciaru” nel territorio di Scicli è molto antica. Negli anni cinquanta, a seguito dell’abilità degli agricoltori locali che si sono dedicati ad una agricoltura a carattere intensivo, indirizzata alla coltivazione dei prodotti ortofrutticoli, in serra e a pieno campo (pomodoro, grappolino, melanzane, peperoni, zucchine, ecc.), economicamente molto più remunerativa, la produzione di questo legume, tipicamente locale, s’è notevolmente ridotta.
Solo negli ultimi anni su sollecitazione di qualche agricoltore intraprendente e di qualche pubblica istituzione lungimirante, la coltivazione del fagiolo “Casaruciaru” s’è notevolmente intensificata ampliando anche il bacino di coltivazione limitato anticamente ai terreni adiacenti il torrente Modica – Scicli le cosiddette “cannavate”.
Con la presentazione nel 2012 al salone del gusto di Torino, l’interesse per questa tipicità locale si è ampliato sia nella pubblica istituzione, mirata a mantenere questa biodiversità, sia nei ristoratori che ne stanno valorizzando l’uso in cucina e sia negli agricoltori che stanno tentando di imporlo sul mercato come prodotto di nicchia.
Così l’immagine della città di Scicli, Patrimonio Unesco, si arricchisce di nuova tipicità e si propone al turista che ama l’arte e la cultura con un prodotto di qualità gastronomica unico. Un nuovo simbolo che si aggiunge a quello già noto delle architetture barocche e delle vicende televisive del commissario Montalbano.